Stasera in tv Troisi e Benigni in Non ci resta che piangere: 15 miliardi di incassi e un record che resiste da 40 anni

In sintesi

  • 🎬 Non ci resta che piangere
  • 📺 Rete 4 HD alle 21:25
  • 😂 Commedia cult con Massimo Troisi e Roberto Benigni: due amici catapultati nel 1492 vivono avventure surreali tra comicità, satira storica e momenti poetici, in un film simbolo della creatività italiana e della nuova comicità degli anni ’80.

Massimo Troisi, Roberto Benigni, Non ci resta che piangere e la loro irripetibile alchimia comica tornano stasera in TV per un appuntamento imperdibile su Rete 4 HD alle 21:25. Una di quelle serate in cui la televisione regala un vero pezzo di storia del nostro cinema, un cult che continua a macinare ascolti da quarant’anni con la freschezza di un’opera fuori dal tempo.

Non ci resta che piangere: perché rivederlo oggi

È il 29 dicembre, siamo in pieno clima di feste, e poche cose scaldano l’atmosfera quanto il viaggio surreale nel 1492 di Saverio e Mario. Un film che non si limita a far ridere: è diventato una sorta di monumento pop alla creatività italiana. Qui Troisi e Benigni erano nel loro stato di grazia, due energie comiche diversissime ma perfettamente complementari. La loro intesa è talmente spontanea che in molte scene – come la celebre dogana – ridono davvero, e la produzione ha deciso di tenere le take “imperfette” perché erano semplicemente irresistibili.

La storia, ormai conosciutissima, conserva un fascino che non sbiadisce: due uomini moderni catapultati nel Rinascimento, incapaci di rispettarne le regole e pronti a scardinarle tutte. Il loro sguardo ingenuo sul passato crea un cortocircuito continuo, un gioco comico che mescola satira, visioni strampalate, paura dell’ignoto e una dose sorprendente di poesia.

Personaggi iconici e Massimo Troisi e Roberto Benigni in momenti indimenticabili

C’è Mario, interpretato da Troisi con quella sua malinconia buffa e irresistibile, che diventa poeta musicale ante litteram pur di conquistare la bellissima Pia (Amanda Sandrelli). E c’è Saverio, un Benigni nervoso, idealista e completamente incapace di lasciare in pace Cristoforo Colombo: l’idea di impedirgli di scoprire l’America è una delle derive narrative più geniali della commedia italiana degli anni ’80, un mix di satira storica e follia improvvisativa che ancora oggi conquista gli spettatori più giovani.

Il film è anche un piccolo museo vivente di invenzioni comiche: Leonardo da Vinci che ascolta spiegazioni sul funzionamento della scopa, il pretore che profetizza tragedie con disarmante serenità, la lettera a Savonarola (un capolavoro che ogni fan può citare a memoria). E dietro tutto questo c’è un lavoro di scrittura e improvvisazione unico: Troisi e Benigni si isolarono per settimane per trovare il cuore della storia, partendo solo da due idee-base che basta pronunciare per sorridere subito: “ci perdiamo nel Medioevo” e “fermiamo Colombo”.

Una lista di momenti cult che vale sempre la pena ricordare:

  • La dogana con le risate vere di Troisi e Benigni, diventata una delle scene più replayate della TV italiana.
  • L’incontro con Leonardo da Vinci, un incontro tra Rinascimento e comicità contemporanea che ha creato un immaginario condiviso ancora vivissimo.

È cinema comico, certo, ma è anche un film che apre finestre sulla fragilità umana, sull’amicizia, sul disorientamento di chi non si riconosce nel proprio tempo. Non è un caso che sia diventato un cult trasversale, amato da chi lo vide al cinema nel 1984 e da chi lo recupera oggi, magari per la prima volta.

Il successo e il lascito culturale

Quando uscì, “Non ci resta che piangere” fu un fenomeno senza precedenti: 15 miliardi di lire al botteghino, record assoluto per il cinema italiano dell’epoca. E ancora oggi, ogni volta che torna in TV, diventa un piccolo evento, con ascolti che fanno invidia alle prime visioni.

La forza di questo film sta nel suo essere profondamente italiano senza cadere nei luoghi comuni. È un’opera che parla di storia ma non è storica, che ride del progresso ma lo osserva con affetto, che mette insieme due comicità lontane ma perfettamente fuse. Non è un caso che molti critici la considerino l’opera simbolo della nuova comicità degli anni ’80: un modo diverso di far ridere, più intimo, più assurdo, più libero.

Chi ama il cinema troverà pane per i suoi denti anche negli aneddoti: dal titolo ispirato a Petrarca alla locomotiva usata nel finale, uno dei pochi esemplari funzionanti del Gruppo 400. Persino le scene tagliate sono diventate culto, come quella con Savonarola interpretato da Marco Messeri.

Stasera Rete 4 propone la versione di 150 minuti comprensiva degli spazi pubblicitari, un’occasione perfetta per godersi un film che appartiene a tutti noi. È il tipo di commedia che non invecchia perché continua a raccontare, con levità e follia, il nostro rapporto con il tempo, con i sogni e con le nostre piccole paure quotidiane.

Se cerchi una serata leggera ma intelligente, nostalgica ma ancora sorprendente, la scelta è semplice: Troisi e Benigni ti aspettano nel 1492. E ancora una volta, non ci resta che piangere… ma dal ridere.

Quale scena di Non ci resta che piangere citi ancora oggi?
La dogana con le risate vere
Leonardo e la spiegazione della scopa
La lettera a Savonarola
Fermiamo Cristoforo Colombo
Mario poeta musicale per Pia

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