Supermercato e olive in salamoia: il trucco legale che ti fa pagare fino al 40% in più

Quando acquistiamo un vasetto di olive in salamoia al supermercato, raramente ci soffermiamo a riflettere su cosa stiamo effettivamente portando a casa. La confezione indica un peso, paghiamo in base a quel numero stampato sull’etichetta, e diamo per scontato che corrisponda alla quantità di olive che consumeremo. Ma la realtà racconta una storia diversa, che merita di essere conosciuta per fare scelte d’acquisto davvero consapevoli.

Il peso che non corrisponde al prodotto

La normativa europea in materia di etichettatura alimentare prevede che, per gli alimenti solidi conservati in un liquido di governo come salamoia, aceto o olio, debbano essere indicati sia il peso netto complessivo, sia il peso netto sgocciolato del prodotto. Questo significa che, per prodotti come le olive in salamoia, il liquido può rappresentare una quota rilevante del peso totale, mentre il peso delle sole olive viene indicato separatamente in etichetta quando la norma è applicata correttamente.

Nei vasetti di olive in salamoia, il liquido di governo può costituire una percentuale significativa del peso totale, spesso compresa fra circa il 30% e oltre il 40% del contenuto, a seconda del produttore e del tipo di confezionamento. Questo comporta che la parte effettivamente commestibile sia inferiore al peso netto complessivo dichiarato.

Facciamo un esempio concreto. Se acquistiamo un vasetto con 300 grammi di peso netto e 180 grammi di peso sgocciolato, solo questi ultimi rappresentano le olive effettivamente disponibili al consumo, mentre la parte restante è costituita dal liquido di governo. Il prezzo che paghiamo a scaffale, tuttavia, è normalmente calcolato sul peso totale del vasetto, a meno che il punto vendita non esponga anche il prezzo riferito al peso sgocciolato.

Perché questa pratica è legale ma poco trasparente

Dal punto di vista normativo, l’indicazione del peso netto complessivo è corretta e, per i prodotti solidi in liquido di governo, la normativa richiede anche l’indicazione del peso sgocciolato, proprio per consentire al consumatore una valutazione più chiara della quantità effettiva di alimento solido. Tuttavia, nella pratica, non sempre il consumatore presta attenzione a entrambe le indicazioni, e a scaffale il confronto dei prezzi si basa spesso solo sul peso netto totale riportato in grande evidenza sull’etichetta frontale.

Il problema principale risiede nella difficoltà pratica di comparazione tra prodotti diversi, specialmente quando il peso sgocciolato è riportato in modo poco evidente o con caratteri meno visibili rispetto al peso netto complessivo. Due vasetti dello stesso peso netto possono contenere quantità realmente diverse di olive, a seconda della proporzione tra prodotto e liquido di governo. Se il consumatore si concentra solo sul peso netto complessivo, senza considerare il peso sgocciolato e il relativo prezzo per chilo di prodotto solido, diventa molto più difficile capire quale sia l’opzione più conveniente o quale offra effettivamente più prodotto.

Come difendersi e acquistare in modo informato

Esistono alcune strategie che possiamo adottare per evitare di pagare soprattutto il liquido di governo anziché il prodotto solido. Prima di tutto, cercare l’indicazione del peso sgocciolato: per gli alimenti solidi conservati in liquidi di governo, la normativa europea richiede l’indicazione del peso sgocciolato accanto al peso netto complessivo quando il liquido di governo non è normalmente consumato insieme al prodotto. In molti vasetti di olive troveremo quindi entrambe le indicazioni. Prestare attenzione al valore del peso sgocciolato è fondamentale per capire quante olive stiamo realmente acquistando e per confrontare in modo corretto prodotti diversi.

Quando possibile, osservare attraverso il vetro il rapporto tra olive e liquido può fornire indicazioni utili sulla densità del contenuto. Un vasetto con olive visibilmente compatte e poco liquido in eccesso tenderà ad avere un contenuto solido maggiore, a parità di peso netto complessivo, rispetto a uno in cui le olive occupano meno volume e galleggiano in un’abbondante salamoia. Questa valutazione visiva non sostituisce la lettura del peso sgocciolato, ma può essere un rapido indizio da integrare con l’analisi dell’etichetta.

Calcolare il prezzo al chilogrammo reale rappresenta un altro strumento efficace. Quando è riportato il peso sgocciolato, è possibile ricalcolare il prezzo effettivo al chilogrammo di prodotto commestibile. Confrontando il prezzo al chilo sul peso sgocciolato, prodotti che a prima vista sembrano più economici possono risultare in realtà meno convenienti rispetto ad altri con un contenuto solido maggiore, ma un prezzo al chilo più favorevole.

Le olive sfuse: un’alternativa da considerare

I banchi di gastronomia o le botteghe specializzate offrono spesso olive sfuse, generalmente già sgocciolate al momento della vendita. In questo caso, il peso corrisponde al prodotto effettivamente messo in vaschetta o nella confezione, e il cliente paga direttamente in base alla quantità reale di olive acquistate.

Questa soluzione presenta inoltre il vantaggio di poter scegliere la quantità esatta necessaria, contribuendo a ridurre gli sprechi alimentari, e di poter assaggiare il prodotto prima dell’acquisto quando il punto vendita lo consente. Le olive sfuse rappresentano quindi un’opzione che elimina alla radice il problema del pagamento del liquido di governo, rendendo più trasparente il rapporto tra prezzo e prodotto effettivamente consumabile.

Il ruolo dell’etichettatura e le richieste dei consumatori

Associazioni di consumatori in vari Paesi europei, inclusa l’Italia, sollecitano da tempo un rafforzamento delle norme e delle pratiche di etichettatura alimentare per rendere più evidente e comparabile per il consumatore il peso effettivo dei prodotti solidi conservati in liquido di governo, non solo per le olive ma anche per altri alimenti come cetriolini, carciofini, cipolline e simili. Questo può includere una migliore evidenziazione grafica del peso sgocciolato e del relativo prezzo al chilo nei cartellini prezzo a scaffale.

Una maggiore trasparenza in questo ambito permetterebbe comparazioni più realistiche tra prodotti, favorirebbe una concorrenza basata sulla quantità e sulla qualità effettive del prodotto solido, e aiuterebbe i consumatori a comprendere meglio che cosa stanno pagando, distinguendo chiaramente tra liquido di governo e parte commestibile.

Leggere con attenzione l’etichetta, verificare sempre il peso sgocciolato e considerare il prezzo riferito al prodotto solido rappresentano gli strumenti principali a disposizione del consumatore per evitare di pagare prezzi apparentemente convenienti per prodotti che, una volta sgocciolati, possono risultare meno vantaggiosi di quanto ci si aspetterebbe. La conoscenza e la lettura consapevole delle informazioni obbligatorie in etichetta restano le alleate più efficaci nelle scelte quotidiane al supermercato.

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